giovedì 12 aprile 2012

La frizione del mulinello

Una delle caratteristiche in base alle quali scegliere un mulinello è di certo la frizione. Di questo ingegnoso dispositivo in genere non se ne percepisce la potenzialità sino a quando non si allama un pesce degno di nota e questo riesce a spezzare il filo a causa della errata regolazione della frizione. Proprio per ovviare a questi inconvenienti abbiamo elaborato una review sulla frizione del mulinelo e il suo corretto settaggio. Rispetto ad un mulinello a presa diretta (a mia memoria ormai quasi estinto) quello munito di frizione è capace di trasmettere il carico del filo alla bobbina sino ad un valore di forza settabile tramite una farfalla di regolazione. Oltre questo valore la bobbina gira per cedere filo ed in questo modo evita che lo stesso subisca forze di trazione superiori al suo carico di rottura. La frizione del mulinello è fatta da diversi dischi che, in base alla forza con la quale sono tenuti insieme, prestano una maggiore o minore resistenza allo sfregamento tra di loro che viene aumentata incrementando la forza di serraggio (la forza con la quale sono tenuti insieme). Ovvero presentano un attrito che noi moduliamo tramite la forza che li tiene uniti. Regolando quindi la manopola della frizione in modo da stringerla si avrà bisogno di una maggiore forza per far slittare i dischi tra loro, aprendola servirà una forza minore per avere lo scivolamento della bobina. Detto ciò occorre ricordare che un settaggio ottimale del filo in bobbina sia in genere ad un terzo del carico di rottura del filo. Inoltre è bene dare sempre uno sguardo alla max drag (forza totale che un mulinello sopporta con tutta la frizione chiusa prima di cedere) in modo da abbinare filo e mulo in maniera comaptibile e evitare di usare la frizione del mulo a valori vicini al massimo per evitare di compromettere l'integrità della frizione.

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